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Fenomeno Rihanna

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LOS ANGELES ? È possibile che 19 anni non siano l'età adeguata per trovarsi ai vertici delle classifiche di mezzo mondo ed avere 15 persone che monitorano la tua vita senza sosta, indicandoti persino la salsa da abbinare con il pollo arrosto.

Fenomeno Rihanna

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Ma questo è lo showbusiness, baby, se vendi quattro milioni di dischi, sali su un ottovolante. Possibilità di scendere? Zero. All'incontro in uno studio di registrazione dalle parti di Burbank, Robyn Rihanna Fenty, per tutti semplicemente Rihanna, ha l'aria di una che vorrebbe mettere il mondo in pausa. Fa fatica a ricordare l'ultima dormita decente, mentre sta negoziando mezz'ora di break con la sua manager, il tempo di preparare la valigia per Singapore.

Tutto era cominciato per scommessa e grazie ad un concorso di bellezza appena tre anni fa a Barbados, di cui la ragazza è originaria. Il produttore Evan Rogers la notò e la aiutò a registrare un po' di materiale che finì nelle mani di Jay-Z. Il resto è leggenda. La «nuova Beyoncé», come frettolosamente è stata ribattezzata, ha sbancato col trionfale «Umbrella», il pezzo record, scaricato 277 mila volte da internet nella settimana d'esordio. E mentre il singolo è ai vertici delle classifiche in Usa e Inghilterra da 10 settimane (in Italia è al terzo posto), per stare sicuri, l'ex reginetta ha pure assicurato le proprie gambe per un milione di dollari. Manco fosse Venus Williams. Queste cifre da veterana, si scontrano con l'immagine di Rihanna che vista da vicino è davvero poco più che una bambina. A meno che non parli: allora viene fuori una grinta da artista consumata. «È dura stare lontano dalle persone di cui mi fido e soprattutto dalla mia famiglia. Ma gli ultimi due anni sono stati pazzeschi, da non credere. Ho sacrificato molto, ma per contro ho avuto un successo fuori dal comune. "Umbrella" è un gran pezzo, ma onestamente non credevo avesse questo successo e così velocemente. Adesso lo ammetto, la mia vita è un po' troppo intensa. Provo a starci dietro. Purtroppo sono una che si stressa, che vuole fare le cose bene. Quando devo girare un video i nervi sono a fior di pelle. Il video è la cosa più importante in questo business. Oltre alla musica ci sei tu con la tua immagine». Immagine, parola chiave, per chi parte da Miss Combermere (la sua scuola): «Dopo aver vinto il titolo ho perso un sacco di amici e scatenato un mucchio di invidie e gelosie. È stata dura, però mi ha preparato a quello che mi aspettava: se hai successo c'è sempre qualcuno che ti vuole male. Poi è ovvio, la bellezza ha un certo valore. Ma il lato estetico ti porta fino ad un certo punto, poi devi brillare da dentro. Ci sono persone esteticamente brutte, di una bellezza formidabile. Io adoro Alicia Keys, perché ha personalità, senso dell'umorismo, carisma. E poi è molto attraente. Madonna resta la numero uno, una che ha cambiato la musica. Mancano esempi come lei». I diciannove anni di Rihanna, che partirà con il tour in settembre dall'Inghilterra e sarà alla finale del Festivalbar il 7, non sembrano un handicap quando parla del suo ambiente: «Sin da bambina facevo un sacco di domande, non mi fidavo mai della prima versione, ero un po' una rompiballe. Ma in questo lavoro serve per capire chi ti sta attorno. Non abbasso mai la guardia». Un successo così fulmineo, rischia di trasformarsi in una meteora. Rihanna ci ha pensato: «Quando li ho incontrati i Black Eyed Peas mi hanno detto: "Ogni album che fai, promuovilo come fosse il primo. Non dare mai nulla di scontato, fai finta di essere sconosciuta". È la mia filosofia. Non conta da quanto tempo sei celebre: se non ci metti passione, non dura». La passione le ha suggerito un album in cui cambia decisamente tono e diventa una «bad girl», ma niente a che vedere con i toni duri dell'hip hop: «La musica hip hop non è più controversa del rock, che da sempre parla di sesso e violenza. Ma se ne parlano i neri allora fa discutere. Vorrei capire il perché. Ma la mia conversione in "bad girl" è più un atto di personale ribellione. Dopo aver fatto tutto quello mi dicevano, ora decido per la mia carriera. Se volevano trasformarmi in una pallosa cantante da botteghino, si erano sbagliati». Ovviamente l'aspetta il cinema («Adoro Hilary Swank») e tante apparizioni nell'inesorabile colonnina del gossip. Ha imparato a difendersi anche da quello? «Da piccola li leggevo perché volevo sapere tutto dei miei idoli. Ora rimango stupefatta da come si possa inventare certa roba. Ma me ne frego». La sua manager la tira letteralmente per un braccio, c'è un altro impegno che incombe: «Tra due settimane sarò in Africa, il luogo che sognavo da bambina. Poi vacanza». Lunga? «Certo, cinque giorni a Cancun».


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fonte:corriere.it
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