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Sdegno negli Usa, Paris forse torna in cella

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Alla fine lo sdegno corale dell?America ha prevalso e
Paris Hilton
potrebbe tornare in
carcere
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Sdegno negli Usa, Paris forse torna in cella

Incitato dall?ondata di proteste scoppiate in America dopo la scarcerazione anticipata dell'ereditiera più famosa del mondo, il giudice della Corte Suprema statale di Los Angeles Michael T. Sauer ha ordinato una nuova udienza per decidere la sorte della star. Paris Hilton in un primo tempo aveva fatto sapere che non si sarebbe presentata davanti al tribunale che potrebbe rispedirla in carcere, voleva rispondere alle domande in teleconferenza.
Una scelta che ha fatto arrabbiare il magistrato competente, che le ha ordinato di presentarsi in aula.
«La legge è stata scavalcata in maniera eclatante», denuncia intanto il pubblico ministero Rocky Delgadillo. Lo scorso maggio Sauer aveva condannato la Hilton per aver guidato senza patente e in stato di ebbrezza, sia nel settembre 2006 sia nel gennaio di quest?anno. Ma lo stesso giudice aveva già vietato in precedenza sconti di pena e la trasformazione della sentenza agli arresti domiciliari.

Il magistrato non riteneva di dover mostrare alcuna clemenza verso la Hilton che, nostante la sospensione della patente, aveva continuato a guidare sotto i flash dei paparazzi, fino al suo ultimo arresto. E così, dopo essere stata scarcerata con tre settimane di anticipo sul previsto per ordine dello sceriffo Lee Baca, la Hilton oggi torna in tribunale a Los Angeles, scortata da un'auto della polizia, per un'udienza in cui verrà stabilito se dovrà tornare nella prigione della contea di Lynwood. «Quello che è successo è scandaloso» punta il dito Don Knabe, supervisore della contea di Los Angeles. Nel dibattito sono intervenuti anche i media. «Sbattetela di nuovo dentro», titola oggi in prima pagina e a caratteri cubitali il popolare quotidiano newyorchese Daily News. «Questo caso - ha tuonato l?attivista del diritti civili Al Sharpton - dimostra in maniera inequivocabile che i neri e i poveri hanno ragione quando parlano di favoritismo economico e razziale del sistema giudiziario Usa».

Neppure le voci secondo cui la Paris sarebbe stata fatta uscire prima perché a rischio di suicidio hanno convinto i detrattori. «Nello stesso carcere di sono centinaia di detenuti con gravissimi problemi di salute che non potranno andare a casa», punta il dito Najee Ali, portavoce del Project Islamic Hope. A molti non è andato a genio che la sua pena sia stata ridotta da 45 a 23 giorni per «buona condotta?. «La riprova» avevano protestato noti editorialisti, «Del doppio binario del sistema giudiziario Usa?. «Potevo andare in una cella a pagamento ma ho rinunciato all'offerta, perché so in quale modo i media ne avrebbero parlato» aveva ribattuto lei, vantandosi di non essere una viziata alla Zsa Zsa Gabor, che nel 1990 scontò tre giorni nell?esclusivo carcere di El Segundo, - 85 dollari al giorno - per aver picchiato un poliziotto.


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fonte:corriere.it
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