In sala operatoria è Luisa, capelli neri raccolti nella cuffietta, uniforme azzurra a sacco, zoccoli bianchi, ma quando varca l'uscita dell'ospedale di Ovada ritorna ad essere Eva.
Eva Orlowsky, l'ex pornostar, da dieci anni «cuoca erotica» nella sua cascina dell'acquese. Giubbino di pelle bianca, zip e borchie, stivaletti a stiletto. «Io riesco ad essere due persone, Luisa e Eva ? dice ? senza diventare schizofrenica. Non sono brava?».
Eva Orlowsky davanti al teleobiettivo trova subito i movimenti dei suoi show, si slaccia il giubbino, scuote i capelli, si china un po' in avanti così la scollatura rende meglio. Oltre il portone dell'ospedale è un'infermiera professionale che di cognome fa Covinato e ieri era il suo primo giorno di lavoro. È entrata alla sette e mezza. Ha tenuto la mano a una vecchietta prima dell'anestesia: «Mi ha dato un bacino, mi ha ringraziata. Poi mi ha parlato dei suoi centrini all'uncinetto. Ho assistito a due interventi, devo imparare tanto. Per ora guardo, è una cosa seria e la voglio fare bene». È dovuto venire il direttore sanitario delle Asl, Gianfranco Ghiazza, in soccorso di quello dell'ospedale di Ovada per rispondere al ponderoso quesito «perché» è stata assunta un'ex pornostar. Perché ha fatto domanda, ovvio.
Aveva i requisiti richiesti: «È diplomata infermiera e ha fatto quattro anni di pratica in un pronto soccorso ? spiega Ghiazza ?. Infermieri professionali non se ne trovano più. Ha firmato il contratto con l'impegno a tenere un comportamento adatto al ruolo». Luisa sostituisce una collega in maternità. E spera di rimanere a lungo: «Ho sempre avuto questa passione ? racconta ? mia mamma era infermiera, mia nonna anche e esercitava ancora quando era vecchissima. Mia cugina fa la ferrista. Anch'io sono ferrista e ho lavorato al San Martino di Genova». Una vita fa. Luisa prima di Eva. Prima che Riccardo Schicchi la incontrasse e la portasse nel caravanserraglio delle pornodive.
Il tridente erotico Moana Pozzi, Eva Orlowsky e Ilona Staller. Al terzo piano dell'ospedale, al reparto fisioterapia, qualche paziente ottuagenario si informa: «Qui non viene l'attrice?». C'è un po' la tendenza alla fuga davanti a questa pornostar che scende dai tacchi e fa un lavoro che nessuno vuol più fare per milleduecento euro al mese. Sarà passione, sarà che la vita è dura per tutti. Almeno Eva sorride. E nel bagagliaio del fuoristrada nero con cui il marito, il batterista Titti Pistarino, è passato a prenderla dal lavoro come una coppia qualunque ci sono i suoi calendari del 2007. Lei di schiena, giubbotto e berretto da aviatore, e nient'altro. «Qui è un'infermiera, lavorerà come le altre» sussurrano in ospedale le sue colleghe. Qualcuna si sbilancia: «È simpatica». Più facile che la battuta scappi agli uomini: «La chirurgia di Ovada avrà un rilancio. Una pornostar in sala operatoria...». «Se mi fanno battute mi arrabbio» ha detto Luisa. Non è facile tenere separate Luisa e Eva nella testa degli altri.
fonte:corriere.it