C\'è qualcosa nell\'aria se si moltiplicano le uscite di libri dedicati all\'argomento e, a sorpresa, si replicano i corsi nei quali, sbirciando nei guardaroba d\'oggi, c?è chi suggerisce cosa va e cosa non va.
Quasi ci fosse bisogno di fare chiarezza, tutto d?un tratto: «puristi» dell\'eleganza da una parte orripilati da tanta confusione, signore-signorine disorientate dal troppo e forse dal niente e bisognose di essere prese per mano e consigliate. Da Torino a Milano, presto anche a Roma e Firenze, si sono tenuti e si terranno corsi in cui cinque «prof» arrivano con stendini stracolmi di abiti. Marialuisa Viglione, dell\'associazione «Moda e Modi», non pensava che a un certo punto avrebbe dovuto dire: «Stop alle iscrizioni». «Il primo corso lo organizzammo a Milano e ci ritrovammo con decine e decine di donne, anche Lugano e Roma». Tra i 25 e 45 anni le iscritte: possibile che non si abbiano le idee chiare? «Forse c?è bisogno di riordinare le idee perché arrivano tanti suggerimenti dalla moda. Forse troppi». Ma più che «filosofeggiare», c?è tanta praticità. Sui capi indispensabili (da una camicia bianca a una giacchetta sciancrata), su quelli «poco eleganti» (come i piumini), su quelli che fanno la differenza (scarpe o stivali possono nobilitare il look). E su quello che «non dona»: la gonna «corta» fa troppo signora, la calza sottile ingrossa le caviglie, i pantaloni a sigaretta con il tacco basso umiliano i glutei.
CONSIGLI ? Corsi, ma anche libri. Mondadori ha ripubblicato la classica «Guida all?eleganza» di Genevieve Antoine Dariaux, scritto negli Anni ?60: con qualche antichità (il golf a «V» va portato con il foulard...) e parecchie certezze (altezza tacchi o orlo delle gonne devono essere proporzionali: più bassi i primi, più corte le seconde!). Anche il successo editoriale di Cinzia Felicetti con «Assolutamente Glam» (Sperling Kupfer) ha preso alla sprovvista tutti. La direttrice di Cosmopolitan non ha fatto altre che ricordare «i magnifici dieci», i capi senza scadenza: dal tubino nero allo stiletto, dal trench alla camicia bianca, dalla borsa «giusta» al golf in cachemire, dai jeans alla t-shirt, dalla collana di perle al rossetto. «Che ci sia un certo disordine è sotto gli occhi di tutti ? dice Antonio Mancinelli, in uscita con un libro, ancora senza titolo, ma con sottotitolo \"Come non essere conformisti e creare un proprio stile\" ?. Si è visto di tutto e di più». Mancinelli assicura suggerimenti e consigli e spunti.
«IN» E «OUT» ? Due su tutti: un in e un out: «Con un dolcevita di cachemire puoi risolvere tante occasioni. Il reggiseno con le spalline trasparenti di silicone è un insulto all?eleganza!». Una donna elegante? «Isabella Ferrari». L?attrice si stupisce, ma non più di tanto. «Sono figlia di contadini e sino a vent?anni ho visto della gran terra ? racconta ? poi mi sono affacciata al mondo e ho guardato, studiato». Insomma anche lei «ha imparato»? «Credo sia una questione di cultura che ti fai, di spirito di osservazione, di gusti che si affinano negli anni». Consigli, allora! «Non buttare nulla, prima poi torna comodo tutto. Indispensabile? Una camicia bianca, una gonna al ginocchio, un golf nero, meglio un dolcevita, un paio di stivali». Sulle spalline in silicone o sul caldo ma inelegante piumino, uno come Quirino Conti non si sofferma certo. «Non esiste un limbo di cose impraticabili se peti e rutti pubblicizzano la moda...? attacca lo studioso (autore del criptico «Mai ilmondo saprà», dedicato alla moda) ?. E se un pisciatoio di Duchamp è un?opera d?arte». Maallora corsi e libri? «Hanno un senso se usati come guide turistiche, perché l?eleganza ha che fare con l?intelligenza. Certo non ci sono più gli ordini, i canoni. Gli stilisti giapponesi o un Jean Paul Gualtier hanno prima fratturato e poi rottamato la moda, ma non è modernità questa? Se il senso di libri e scuole è quello deleterio di riportarci alle regole, allora dico no. Non si torni all?antico».
fonte:corriere.it